3. I tipi di Turismo nel Comune della Spezia

 

Il Capoluogo spezzino si trova strutturalmente situato all’interno di un comparto territoriale dotato di importanti risorse attrattive da un punto di vista turistico, rispetto al quale si trova anche spesso in una posizione di passaggio obbligato di transito.

In considerazione del forte sviluppo del settore, della ricchezza monetaria ed occupazionale che è in grado di generare sembra di poter concludere nel senso di dover potenziare la funzione della città come portale di ingresso non a singole località turistiche, bensì a un Sistema locale turistico, dotato di prodotti notevolmente differenziati tra loro, ma con una visibilità unitaria ed una identità forte verso l’esterno.

In tal modo, mediante quindi la costruzione di un club di prodotto modulare a seconda del target di utenza cui si vuole e deve fare riferimento, la città potrebbe divenire meta di tipologie di turisti diversi per domanda ed esigenze, ma comunque in grado di assicurare una positiva ricaduta sull’intera città e non solo per quanto riguarda direttamente le strutture ricettive, ma anche altre attività quali quelle commerciali, società di trasporti ecc.

La città non dovrà essere solo porta di accesso, ma parte del sistema turistico, valorizzando quelle che sono le sue caratteristiche principali e avendo cura di effettuare ogni scelta nell’ottica della costruzione di una città sostenibile, facile da visitare, in grado, mediante una accorta separazione, di far convivere il lato turistico con quello industriale e portuale.

La dinamica di sviluppo, anche autonoma della città, porta ad individuare nei seguenti i punti di forza su cui costruire una immagine turistica del capoluogo:

Turismo culturale e città sostenibile, seguendo quella che è la tendenza a valorizzare le risorse architettoniche della città, ma in particolare quelle museali, Lia come punta di diamante e come esempio di strutturazione delle future realizzazioni.

Una recente analisi condotta dall’Osservatorio turistico nazionale delle città d’arte, peraltro rilevando la crescente importanza dei centri minori, ha definito la città della Spezia come uno di quei centri che, dotati di una buona offerta culturale, necessitano di uno sviluppo integrato per esprimersi al meglio, partendo da una riorganizzazione del comparto ricettivo per arrivare ad una infrastrutturazione generale.

L’obiettivo è quello di creare una città sostenibile, ossia adottare quegli strumenti che mentre nei grandi centri consistono in regole di tutela e qualche volta di divieto di sfruttamento e consumo turistico, nei piccoli centri, vista la maggior tolleranza in considerazione dei dati quantitativi di afflussi, possono costituire una modalità per una maggiore e più efficace valorizzazione turistica.

Una città sostenibile è infatti l’applicazione di un turismo responsabile, che mostri una città aperta a tutti, sicura, accessibile anche a turisti con bisogni speciali, quali anziani e bambini, che quindi dia una immagine di tutela dell’ospite, informandolo in modo chiaro, accogliendolo adeguatamente (con prezzi trasparenti e standard certificati), con una rete di servizi organizzata e sincronizzata (trasporti, parcheggi, strutture mussali, infrastrutturazioni tecnologiche quali il cablaggio) e la usufruibilità degli esercizi, inserendosi in questo contesto la necessità di apertura degli esercizi commerciali anche nei giorni festivi, gli orari dei musei consoni all’afflusso turistico (orari continuati).

Si tratta di costruire una città ospitale considerando che “quando queste caratteristiche vengono riconosciute e confermate anche all’esterno possono essere trasformate in unicità, elementi positivi che connotano luoghi e modi di lavorare dando un valore aggiunto al sistema ospitale[1]”.

Turismo congressuale, costituisce un importante fetta delle entrate turistiche italiane, pur non essendo oggetto di particolari attenzioni.

L’offerta internazionale al contrario è contraddistinta da una notevole specializzazione e attenzione in merito.

Nel corso del 2000 (fonte Osservatorio congressuale italiano) è stato registrato un incremento del 23,7% dei congressi internazionali rispetto al 1999, con un numero di incontri organizzati pari a 105 mila circa, per oltre 17,5 milioni di partecipanti, con 35,3 milioni di giornate di presenza congressuale (+14,4% rispetto al 1999). Gli elementi rilevanti del 2000 sono in particolare l’attrazione di località turistiche e piccoli centri, piuttosto che di grandi centri urbani, la crescita degli incontri organizzati da associazioni scientifiche religiose e politiche piuttosto che da aziende, e la crescita del pernottamento congressuale con un aumento rispetto al 1999 di circa il 24% contro il 6% degli altri comparti turistici.

Il turismo congressuale è quindi strettamente legato alle strutture che vengono fornite e all'ambiente in cui è calato che deve possedere una forte attrattività.

 

L’attività congressuale nel 2000

Congressi

104.563

Partecipanti

17.536.507

Giornate di presenza congressuale

35.337.461

Pernottamenti alberghieri

17.800.954

Fatturato Lire

12.363 miliardi

Fonte: Osservatorio congressuale sul Turismo

 

In un tale scenario si può inserire anche il nostro territorio con offerte specifiche verso i settori del turismo congressuale e quello d'affari che già oggi registrano incrementi significativi. E' ipotizzabile dunque un'azione specifica tesa a valorizzare e rafforzare questo settore attraverso la riorganizzazione e l'ampliamento dell'offerta di spazi esistenti, ma nuove prospettive possono derivare dalla prevista costruzione di nuove strutture ad hoc.

E' un settore questo che necessita di particolare attenzione e professionalità e che riveste una grande importanza proprio perché fra le sue caratteristiche principali comprende una componente importante: quale la destagionalizzazione dei flussi turistici.

 

Turismo verde – naturalistico

Una grande vitalità è rappresentata oggi dai turismi cosiddetti alternativi, costituiti da tanti segmenti in forte crescita, dall’agriturismo al turismo sportivo (rafting, trekking, parapendio, ecc.) ed a quello ambientale (ad es. birdwatching).

Riguardo all’agriturismo, per quanto riguarda l’ambito nazionale, si deve registrare, secondo una stima Agriturist (Confagricoltura), contenuta nella “Guida dell’ospitalità rurale”, un trend positivo anche per il 2000, con la previsione di un buon andamento per il 2001; l’incremento previsionale tra 2000 e 2001 è quantificabile nel 20%, passando da 10,9 a 13,1 milioni di giornate/presenze, con un volume d’affari che raggiungerà i 1.200 miliardi di Lire, contro i 1.000 del 2000.

Il buon trend del 2000, già incrementativo del 1999, e quello previsionale del 2001, è e sarà dovuto al corrispondente incremento di domanda da parte degli stranieri e di week-end.

La segmentazione del settore alternativo andrà sempre più particolareggiandosi, in modo da favorire sia uno sfruttamento più intenso di quelle che sono le risorse del territorio, sia per un periodo più lungo, destagionalizzando la domanda turistica, o meglio, allineando diverse tipologie di domanda nell’arco temporale dell’anno.

Zone che prima non entravano negli itinerari più battuti turisticamente ora possono accedervi mediante la valorizzazione di tali risorse, con positivi influssi anche per le componenti paesaggistiche, culturali, artistiche, e, viceversa, zone già frequentate per altre componenti di attrattiva possono aumentare gli afflussi turistici valorizzando anche le componenti gastronomiche e le tradizioni locali, tarando la propria offerta turistica su target specifici di turisti consumatori. Si tratta in sostanza di interpretare la tendenza attuale e futura di valorizzazione da un lato delle risorse locali, e dall’altro di diffuso desiderio di concepire l’esperienza turistica come momento autentico di vita, attiva ed alternativa.

In questo ambito devono inserirsi alcune osservazioni relative al territorio del capoluogo Spezzino.

La sua posizione in effetti può costituire un importante fattore di richiamo per quei turisti la cui domanda è fortemente caratterizzata da componenti ambientali o comunque proprie di un turismo alternativo. Ad un tale tipo di Turismo si può associare una ricettività di tipo agrituristico, bed & breakfast, o anche, con riferimento ad un turismo scolastico e giovanile in genere, le varie forme di ospitalità in ostelli, ma anche campeggi ed altre forme di ospitalità all’aperto.

Da non trascurare le influenze anche in una ricettività di tipo alberghiero; le vicine Cinque Terre associano infatti una alta qualità di offerta ad una domanda elitaria, di per sé svincolata dalle fluttuazioni economiche e quindi anche piuttosto rigida. Si tratta quindi di turisti per lo più stranieri, con elevato reddito pro-capite a cui la struttura urbana cittadina potrebbe fornire un insieme di servizi qualitativamente elevati, di cui c’è carenza, a fronte comunque di una potenzialità ricettiva delle Cinque Terre in senso stretto, limitata e talvolta giunta anche a una strozzatura strutturale.

L’obiettivo deve quindi essere la valorizzazione delle colline attorno alla città come luogo a sé e come punto di passaggio verso località limitrofe, con grandi potenzialità derivanti dalla recente costituzione del Parco nazionale delle 5 Terre che include anche il territorio di Tramonti nel Comune della Spezia.

Elementi di grande attrazione sono quindi costituiti dalla rete sentieristica che interessa l’arco collinare della città specie nel versante del Parodi e di Tramonti.

Complessivamente la valorizzazione dell'ambiente, delle risorse naturalistiche e paesaggistiche costituisce momento di grande rilevanza per lo sviluppo turistico in generale sempre più attento a questi valori e ad apprezzare politiche e iniziative rivolte al rispetto dell'ambiente e del territorio specie se di grande pregio e qualità come quello del comprensorio spezzino.

 

Turismo nautico

Il Turismo nautico costituisce una importante fonte di ricchezza ed occupazione. Sua principale peculiarità è di connettere in maniera diretta e proficua una dimensione produttiva con una più strettamente turistica in senso proprio.

L’effetto è quindi quello di ingenerare meccanismi virtuosi in termini di PIL ed occupazione come rileva dalla tabella sottostante:

 

 

 

 

contributo al PIL naz.

 

1998

1999

Var. %98/99

Produzione diretta

2.000 miliardi

2.500 miliardi

+25,00

Indotto (turismo nautico)

7.000 miliardi

7.500 miliardi

+7,14

Totale

 

9.000 miliardi

10.000 miliardi

+11,11

Occupazione

 

1998

1999

Var. % 98/99

Diretta

8.300 unità lavorative

9.500 unità lavorative

+14,45

Indotto a monte

5.200 unità lavorative

5.500 unità lavorative

+5,77

Indotto a valle (turismo nautico

65.500 unità lavorative

70.000 unità lavorative

+6,87

Totale

79.000 unità lavorative

85.000 unità lavorative

+7,59

Fonte UCINA 2000

 

“In questo ambito un adeguato sistema portuale crea un circolo virtuoso attraendo una domanda internazionale e stimolando quella nazionale, con un effetto amplificato rispetto ai vantaggi comunque cospicui che ciascun polo diportistico, e con esso l’area territoriale circostante, viene ad ottenere da investimenti così indirizzati”[2]

La nautica da diporto ha in se quindi anche una forte componente produttiva, come parte di un sistema economico più ampio generatore di ricchezza ed occupazione, come rileva dallo schema soprastante, un sistema costituito da una rete di imprese e singoli operatori che nel loro insieme identificano un settore decisamente dinamico, in cui sono correlati soggetti con attività diversificate lungo una catena di “filiera” che include attività di produzione, di servizi e turistiche in senso stretto.

È indubbia la valenza del capoluogo da questo punto di vista sia potenziando le strutture già in essere, che favorendo la creazione di nuove, nell’ambito di un intervento più ampio in grado di garantire sostenibilità e qualità della vita all’agglomerato urbano

 

Turismo crocieristico – One day

La tendenza da rilevare è quella di un progressivo allargamento della domanda, dovuta all’attenzione di molti dei cruise operator in relazione alla scelta di operare in più aree, con pacchetti completi “fly and cruise”, per il collegamento fra la città di provenienza e il porto di imbarco, soprattutto a fronte dell’innalzamento del reddito pro-capite di Paesi-mercato.

Gli Usa rimangono ancora il Paese leader, ma una crescente importanza, negli ultimi anni, sta registrando l’area mediterranea, grazie anche al miglioramento delle strutture portuali e ai progressi compiuti dagli operatori; i crocieristi sembrano aver decisamente cominciato ad apprezzare mete che possano assicurare soddisfazione anche dal punto di vista culturale, al di là del classico connubio divertimento-relax offerto dalle destinazioni caraibiche.

Ormai molti sono gli operatori che fanno muovere navi sulle rotte tra l’Africa e l’Europa nella stagione primavera ed estate per poi reimpiegarle nei Caraibi o alle Bahamas.

In Italia molti sono stati gli sforzi volti a migliorare le strutture per le attività crocieristiche, tuttavia il gap da colmare in questo senso è ancora ampio, visto che le principali compagnie lamentano standard di servizio piuttosto bassi e un non sempre adeguato rapporto qualità-prezzo; tuttavia unendo i miglioramenti al fascino innegabile delle mete si può trovare comunque una spiegazione del continuo avvicinarsi di un numero sempre crescente di cruise operator.

Interessante la constatazione, evidenziata anche da TCI, di un incremento complessivo dei passeggeri a fronte di una riduzione del numero di navi in transito, a maggior riprova della prevalenza ormai di navi di grandi dimensioni, le cui stazze, almeno da quanto risulta dai nuovi ordini da parte delle compagnie crocieristiche ai cantieri che al momento detengono da soli almeno il 60% delle nuove commesse fino al 2005, Fincantieri e Chantier de l’Atlantique, cresceranno ancora, superando le 100mila tonnellate.

È anche questo un tipo di turismo suscettibile di sviluppo nel capoluogo in connessione al fatto di rappresentare il cuore logistico a servizio di flussi turistici indirizzati verso le Cinque Terre, il Tigullio, la Toscana e che sarà oggetto di cura specifica con interventi infrastrutturali qualitativi e specifici, nell’ambito della valorizzazione dalla parte costiera della città.

 



[1] OTNCA c/o SL&A: “il turismo sostenibile – il grado di ospitalità: la carica dei piccoli”

[2] cfr. pag 441 “X rapporto sul turismo italiano – Touring Club/MICA