6.3. Ipotesi e tendenze del settore turistico
Se si prendono le mosse
dall’analisi del consuntivo 1996 relativo al movimento turisti, si evince che a
livello provinciale si sono registrati cali rispetto al 1995 e che
complessivamente il turismo si presenta in declino. La permanenza media dei
turisti in Provincia è ancora in flessione (ma non nel Comune della Spezia),
seppure lieve; probabilmente a causa della mancanza di attrazioni che
influenzano la vacanza prolungata (attrezzature sportive, manife-stazioni
culturali, animazioni ludiche). In questo contesto bisogna osservare che il
Museo Lia dovrebbe favorire un recupero, in quanto si prevedono flussi
importanti di visitatori. Un notevole colpo è stato subito a seguito della
decisione della Corsica Ferries di abbandonare la città come scalo, così come
ha fatto la Società Navarma. È chiaro che tutto ciò comporta un minore
passaggio di turisti all’anno alla Spezia.
È chiaro però che la Provincia
spezzina ha visto negli anni passati sia un incremento degli arrivi nei periodi
non consueti, soprattutto per un tipo di offerta specializzata nel ricettivo
balneare nei mesi estivi, sia un aumento di flussi turistici nelle aree interne
della Provincia. Tutto ciò è rilevante e non può essere spiegato solo con la
convenienza al cambio monetario; la competitività dell’area deve derivare anche
da altri aspetti.
È chiaro però che non sarà facile
riconfermare automaticamente i livelli raggiunti nel 1994 e 1995, richiamare
l’interesse di flussi di turisti europei ed extraeuropei, almeno con le
strutture e l’organizzazione esistente.
Occorre quindi puntare sulle
opportunità di fruizione delle potenzialità litoranee ed interne, cercando di
portare l’entroterra a livello di ricettività della costa, ottenendo così un
modello organizzativo comune con i limiti attuali spazialmente dilatati, con la
città della Spezia come centro dell’area.
Tutto ciò per andare incontro ad
una domanda turistica in trasformazione che cerca sempre più “aree vaste”
organizzate in modo tale da poter fruire delle bellezze del territorio e delle
opportunità ed eventi socio-culturali caratterizzanti l’area stessa. In pratica
è necessario vedere il territorio spezzino come una unità competitiva,
comprensivo anche delle potenzialità del settore agricolo (l’offerta
agrituristica provinciale ha raggiunto ottimi livelli di specializzazione e
qualità).
Si vuole quindi portare il
territorio a mettere in pratica strategie di soddisfazione della domanda
turistica che tocchino ed interessino oltre le attività ricettive tradizionali,
anche quelle dei servizi e produzioni ad alta intensità di lavoro;
sostanzialmente una offerta turistica ricreativa e socio-culturale. Queste
prospettive non sono solo virtuali, ma possono essere reali se si analizza la
localizzazione centrale geografica della città della Spezia, con facilità nei
collegamenti con importanti centri culturali come Pisa, Firenze, Parma, Genova.
Alla Spezia non possiamo
tralasciare l’importanza a livello turistico dell’offerta ricettiva
diportistica, soprattutto in un quadro che delinea uno sviluppo turistico
integrato e interagente intersettorialmente con tutto il resto della Provincia.
Occorre ricordare, infatti, che alla Spezia esiste l’unico centro italiano,
terzo in Europa, per la formazione a livello universitario nelle discipline
nautiche. Non solo, ma esistono professionalità nell’ambito di attività di
progettazione, costruzione, rimessaggio e riparazione delle imbarcazioni da
diporto. Peraltro dobbiamo evidenziare la necessità di proporre un’offerta ben
strutturata di posti barca con la costruzione e la ristrutturazione di porti,
porticcioli e catenarie esistenti, stimolati anche da una domanda ben superiore
alle capacità di accoglienza. Tutto ciò potrebbe garantire la nascita di un
“continuum territoriale sistemico” competitivo, riconosciuto a livello di
mercato ed inserito in una realtà socio-culturale specializzata nelle
tecnologie legate al mare e con un notevole potenziale ricreativo
nell’entroterra. Per fare un esempio si pensi a località come Lerici, Le
Grazie, Portovenere, ben servite in termini di trasporto che collegate alla
Spezia possono costituire “sistema del Golfo” a livello turistico.
Così facendo si svilupperebbe un
settore “turistico-ricreativo globale” con una interazione tra l’offerta
marina, rurale ed urbana che porta il soddisfacimento di differenti forme di
domanda (ambientale, ricreazionale, sportiva, congressuale, culturale,
balneare, rurale etc.). In effetti, scendendo al particolare, il vero anello
mancante sembra proprio essere l’offerta urbana, dato di fatto per nulla irrilevante.
Come si è analizzato in precedenza il Comune capoluogo si connota per una bassa
offerta di posti letto alberghieri e la mancanza di strutture extarlberghiere.
Il fatto, quindi, che si sviluppi
un ruolo culturale della città con l’apertura del Museo Lia, un turismo
diversificato ed interagente, legato anche agli eventi congressuali, si pensa
che possa offrire l’opportunità di riorganizzare la struttura ricettiva
spezzina, sia quantitativamente, sia in particolar modo qualitativamente.