6.1. Il Porto e la nautica da
diporto
Discorso a parte merita il porto
della Spezia che già nel 1994 recitava un ruolo di primo piano nel traffico
mercantile, esso risulta, infatti, il primo nel Mediterraneo per il trattamento
dei carichi “unitizzati”. La lieve flessione verificatasi nel 1993 nella
movimentazione merci è stata pienamente recuperata nel 1994. In particolare
sono aumentati: i movimenti di minerali e cascami metallurgici (+62,5%); i
minerali grezzi e materiali da costruzione (+32,2%); i macchinari e veicoli
(+105,8%); i prodotti agricoli e forestali (+76,32%); il carbone (+52,4%); le
merci varie (containers, +17,9%). Tutte le merci hanno una provenienza e
destinazione a forte rilevanza straniera. La movimentazione dei containers è la
categoria che produce maggiore valore aggiunto ed occupa una parte rilevante di
addetti. Il porto della Spezia si è specializzato nella movimentazione dei
carichi “unitizzati” raggiungendo livelli di efficienza e velocità molto
elevati e competitivi in ambito mondiale: basti pensare che nel 1994 il 70% delle
tonnellate movimentate e l’83% delle merci varie sono in containers e trailers.
Pur
raggiungendo livelli di produttività elevata, occorre sottolineare che il porto
ha bisogno di una dotazione infrastrutturale adeguata sia in acqua che
nell’entroterra. Questo anche perché è necessario sottolineare come lo scalo
della città occupi in modo diretto il 4,5% della forza lavoro provinciale. Nel
1994 gli addetti nel porto erano 2869 con 1105 occupati nella movimentazione
merci in imbarco e sbarco. Il porto specializzato incideva per il 34,9% sul
totale degli occupati. In tale anno, le compagnie Messina e la Tarros
rappresentavano rispettivamente il 95,4% e 4,6% degli sbarchi ed il 51,9% e
48,1% degli imbarchi di rotabili, trailers e semitrailers. La compagnia La
Spezia Container Terminal ha movimentato (nel ’95) 667.000 Teus, con una quota
di mercato nell’Alto Tirreno pari a 32,4% e un peso nel porto della Spezia pari
al 69% del totale. Per quanto riguarda il trasporto dei contenitori, per il
35,6% avviene su ferrovia, il 50% su gomma, il restante 13,9% è compiuto con
trasbordi nave-nave. Il 1995 ha evidenziato che il movimento contenitori
rappresenta il 61% del volume di traffico totale trattato, il 39% sono rinfuse
solide (24%) e liquide (65,6%) e merce in colli (8,3%).
Il traffico passeggeri nel ‘94 era
ripartito tra la “Corsica Ferries” e la “Tirrenia”. Il movimento per Corsica e
Sardegna è aumentato negli arrivi (3,79%) e diminuito nelle partenze (-4,7%).
Nel contesto delle attività portuali
assume un ruolo importante, ai fini delle possibilità di sviluppo economico
della città, il settore della nautica da diporto. Attualmente la capacità
complessiva dei porticcioli spezzini è di 2642 posti barca che risultano
totalmente saturi, ad eccezione del porto Lotti che ha ancora la disponibilità
di circa 100 posti barca. I metri quadrati relativi alle aree demaniali adibite
al diporto si trovano per il 28,4% in zone (di acqua e di terra) antistanti il
centro cittadino con una offerta di posti barca pari al 68,44% del totale.
L’89% della flotta stanziale è costituita da piccole imbarcazioni a motore, a
conferma che il turismo nautico della città è a livello locale. L’elevato
numero dei posti barca, per lo più assegnata ai residenti della Spezia, non
deve trarre in inganno in quanto, ad esclusione del porto Lotti che offre una
gamma di servizi qualitativamente elevati, capace di ospitare barche di
lunghezza superiore a ml.6, si tratta per lo più di piccoli approdi non
sufficientemente attrezzati, gestiti da Comitati di gestione, nell’ambito del
quartiere dove sono situati (vedasi Cadimare, Marola, Fossamastra), o dei
Circoli nautici.