2. Analisi del sistema insediativo

Gli studi finalizzati a definire il sistema agronomico-ambientale e quello insediativo, sono stati eseguiti attraverso specifiche indagini conoscitive sulla struttura del territorio in particolare:

- l’uso del suolo, urbano ed extraurbano, attraverso la rilevazione di informazioni relative a: l’uso prevalente in atto; aspetti quantitativi (superfici e volumi), aspetti edilizi (tipologia ed uso dei fabbricati), aspetti qualitativi (valori storico, architettonici o ambientali);

- il lavoro di indagine si è completato con la restituzione di tre carte tematiche: quella dell’uso del suolo (nella quale sono riportate le destinazioni d’uso prevalenti); quella cronotipologica (periodo di costruzione e tipologia dei fabbricati) e quella dei valori (storici, architettonici ed ambientali).

L’analisi della distribuzione delle principali destinazioni d’uso sul territorio urbano, condotta avendo come riferimento la superficie fondiaria occupata per ciascuna categoria funzionale, ha condotto ai seguenti risultati:

residenza

mq

4.086.418

industria

mq

1.455.985

artigianato

mq

214.668

commercio

mq

268.564

turismo

mq

7.517

terziario privato

mq

40.894

terziario pubblico

mq

107.269

attrezzature urbane

mq

2.177.122

verde

mq

724.749

parcheggi

mq

96.803

attrezzature primarie

mq

312.804

totale

 

9.492.794

Il dato relativo alla residenza registra ovviamente, in forma aggregata, una situazione funzionale più articolata, in particolare relativamente ai tessuti della città consolidata e delle centralità periferiche, che comprendono un “mix” di attività diffusamente distribuite, in particolare commercio, terziario privato, artigianato di servizio.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Di particolare significato, dal punto di vista dell’occupazione del suolo, l’incidenza delle grandi concentrazioni produttive industriali (inclusive delle aree retroportuali e di stoccaggio), che interessano il 15% della superficie urbana totale, a fronte del 2% occupato da attività artigianali diffuse. Relativamente significativa anche la scarsa incidenza delle concentrazioni commerciali a carattere monofunzionale (il dato esclude, evidentemente, per quanto sopra accennato, le attività commerciali diffuse nel tessuto residenziale), che costituisce il 3% della superficie totale.

Per le aree destinate a terziario, solo i dati relativi al terziario pubblico fanno riferimento a riscontrabili destinazioni monofunzionali (prevalentemente uffici pubblici amministrativi e giudiziari) , mentre la scarsa incidenza relativa al terziario privato (istituti di credito e di assicurazione, uffici ed agenzie privati) è indicativa del carattere diffuso di tale categoria funzionale, in larga misura associata a residenza e a commercio.

Valutando i dati relativi al sistema dei servizi, il 23% del suolo urbano è interessato da attrezzature urbane, voce che include sia alcuni servizi di interesse generale che quelli definiti “urbano-territoriali”: attrezzature ospedaliere e sanitarie, attrezzature per l’istruzione di livello superiore e di livello universitario, attrezzature culturali e per lo spettacolo, attrezzature per la difesa, per la protezione civile, cimiteri, attrezzature per il trasporto, gli impianti tecnici principali e altre attrezzature pubbliche di interesse generale. Parallelamente, il sistema del verde urbano e di quartiere, che include le attrezzature sportive e le aree per il gioco, interessa soltanto l’8% della superficie urbanizzata, confermando una generalizzata condizione di sottodimensionamento dei relativi standard. Analoga carenza si riscontra per le attrezzature primarie di quartiere (istruzione, attrezzature di interesse comune) (3%) e per i parcheggi pubblici (1%).

Pressoché inconsistente la percentuale di superficie destinata alle attrezzature per il turismo (con esclusivo riferimento alle attrezzature ricettive), per le quali è tuttavia scarsamente significativa la grandezza utilizzata per la comparazione (superficie fondiaria).

Il rilievo quanti-qualitativo dell’area urbana è stato quindi il supporto per sviluppare una innovativa metodologia relativa agli aspetti morfologici, derivata dal metodo tradizionalmente utilizzato nelle indagini storico-critiche sui cosiddetti “centri storici”. Per le zone non storiche della città, successive agli anni quaranta di questo secolo, tale metodologia è stata applicata dettagliatamente sul sistema dei tessuti e degli ambiti allo scopo di valutare lo stato di equilibrio tipo-morfologico esistente al fine di individuare le migliori opportunità progettuali per una possibile riqualificazione morfologica e ambientale

Tale valutazione non identifica la qualità o il valore architettonico delle diverse aree urbane più o meno consolidate e di recente formazione, ma tende ad esprimerne il livello strutturale di organizzazione spaziale sotto il profilo morfologico e tipologico-ambientale, attraverso, cioè, la lettura dei diversi gradi di organicità del tramato insediativo (relazione formale tra percorsi, impianto lottizzativo, edificazione, spazi aperti) e della caratterizzazione morfo-tipologica (tipologie architettoniche, volumetrie edilizie); tende, in altri termini, ad evidenziare la qualità espressiva di impianto e il grado di equilibrio che l’orditura delle strade e degli edifici che le contornano, le tipologie edilizie e gli spazi che le volumetrie edilizie definiscono, hanno più o meno raggiunto o possono raggiungere con il PUC, nell’obiettivo di una riqualificazione del contesto ambientale della periferia urbana (ove, tra l’altro, prevalgono per obiettiva necessità i maggiori interventi di riqualificazione e di trasformazione). Tali giudizi di valore, inoltre, non sono veri e propri giudizi relativi poiché non esprimono un valore riconoscibile come universale ma solo una valutazione, positiva o negativa, dello stato d’insieme, così come questa può essere percepita in base al grado di “omogeneità” o meno degli spazi urbani non storici.

È indubbio che per giungere a tali analisi il giudizio di fatto o di realtà sullo stato dei luoghi è il presupposto che permette di poter esprimere, sotto forma di valutazioni critiche, una stima di valore tipo-morfologico.

Pertanto, i giudizi espressi con tale metodologia sulla città consolidata non storica hanno lo scopo classificatorio e documentario necessario per disciplinare lo stato dei luoghi secondo una regola insediativa che privilegi l’immagine spaziale dei tessuti edilizi e delle trame viarie proponendo una diversa rappresentazione della forma urbana suscettibile in qualche misura di un probabile miglioramento d’assetto o di immagine. Tali giudizi di valore, metodologicamente predisposti proprio per esaminare la “qualità” intrinseca della città recente, sono stati applicati alla Spezia, appunto, per riconvertire, riqualificandola, la città del secondo dopoguerra.


 


TAV. D.1 - CARTA GENERALE DELL’USO DEL SUOLO

 


 

STRALCIO DELLA CARTA DELL’USO DEL SUOLO DEL CENTRO STORICO

STRALCIO DELLA CARTA DELL’USO DEL SUOLO DI MIGLIARINA

 



TAV. D.2 - CRONOLOGIA DELL’EDIFICATO

 


 


TAV. D.3 - CARTA GENERALE DELLA MORFOTIPOLOGIA EDILIZIA

 


 


STRALCIO CARTA MORFOTIPOLOGIA EDILIZIA DEL CENTRO STORICO

STRALCIO CARTA MORFOTIPOLOGIA EDILIZIA DI MIGLIARINA

 


 


TAV. D.4A - CARTA GENERALE DEI VALORI STORICI E AMBIENTALI

 


 


STRALCIO CARTA DEI VALORI STORICI E AMBIENTALI CENTRO STORICO

STRALCIO CARTA DEI VALORI STORICI E AMBIENTALI A MIGLIARINA

 


 


TAV. D.4B – PRESENZA DI ELEMENTI DEL LINGUAGGIO ARCHITETTONICO