1.4. La piana di Migliarina

Il sistema della Piana ha come polarità e luogo centrale il nucleo storico periferico di Migliarina che si caratterizza per uno sviluppo edilizio chiuso sulla dorsale dell’Aurelia storica, caratterizzato da una commistione di funzioni residenziali e commerciali; ad esso si affianca una serie di espansioni storiche a sviluppo edilizio aperto su percorsi di impianto lottizzativo a prevalente destinazione residenziale che si interrompono in corrispondenza del viale Italia, discontinuo prolungamento della “città ortogonale” novecentesca. L’impianto complessivo risulta caratterizzato da una sovrapposizione di tramati insediativi incompiuti che non costituiscono un disegno urbano unitario. Il sistema è stato interessato, nel corso del Novecento, dalla localizzazione dei primi impianti industriali, oggi pressoché interamente dismessi, che hanno sovente assecondato il preesistente reticolo insediativo di percorsi rurali. La forte presenza di vuoti urbani, di aree sot-toutilizzate o abbandonate, in particolare nel-la fascia compresa tra la Maggiolina, dove la città ortogonale si interrompe, fino alla zona degli Stagnoni, contribuisce a rafforzare l’immagine schematica di una città collassata al proprio interno e “diffusa” verso l’esterno, lungo le espansioni dei versanti collinari.

Il nucleo storico di Migliarina costituisce l’elemento polare piu’ rilevante della piana, luogo centrale preminentemente organizzato con tessuti storici lineari nella nodalità tra le direttrici pedemontane dell’Aurelia (via Sarzana), del Canaletto (S. Giovanni) e del Buonviaggio (Marcantone) e rafforzato nel suo ruolo di centralità dalla presenza di piazza Concordia, “testata” dell’asse di espansione novecentesca nella Piana (viale Italia). I tessuti si organizzano per tipologie in linea e presentano destinazioni d’uso miste, prevalentemente residenziali con piani terra commerciali. Questo ruolo di potenziale centro storico della città di Levante è rafforzato dalla gravitazione su di esso dei tessuti residenziali a villino delle prime espansioni storiche della piana negli anni Venti (via Michele Rossi-via delle Grazie, Stradone D’Oria, via Falconi), esemplari per l’ordine morfologico dell’impianto urbano, e dei completamenti post-bellici a villino e a palazzina che hanno occupato gli spazi interstiziali. Al tramato “spontaneo” di tali espansioni si sovrappongono i recenti completamenti residenziali ad elevata densità a tramato ortogonale lungo viale Italia e i tessuti pianificati di Bragarina e della Pianta.

Complessivamente, non è leggibile una regola unitaria di accrescimento, avendo comportato, gli insediamenti post-bellici, una sostanziale saturazione delle aree senza il compimento di un tramato urbanizzativo organico. Le nuove espansioni, in particolare quelle dei PEEP, si concentrano nell’unità insediativa Felettino-Pieve-Favaro-Monte-pertico, a monte dell’asse ferroviario con insediamenti ad alta densità abitativa, scar-samente dotati di servizi e di tessuto com-merciale, con carenze nel sistema dell’acces-sibilità locale e di connessione con il centro urbano (Pieve) e delle relazioni funzionali con i tessuti contigui. Ad esse si affiancano, con evidenti soluzioni di continuità, i tessuti pianificati “storici” del Favaro, i tessuti storici del Felettino (in parte abbandonato) e della Pieve, lungo il tracciato della vecchia Aurelia, imperniato sull’emergenza storico-architettonica della Pieve di S.Venerio, attorniati da tessuti residenziali a villino o a palazzina (quest’ultima soprattutto nei piu’ recenti piani di lottizzazione collinari).

Il carico urbanistico complessivo dell’area si concentra, in termini di viabilità, sull’asse del Buonviaggio e della via Fontevivo, con evidenti effetti congestionanti. Particolare rilievo paesistico-ambientale rivestono le connessioni pedonali dei percorsi storici diramantisi dai nuclei collinari di S. Venerio, Carozzo e Isola, che penetrano all’interno dei tessuti urbanizzati connettendosi con le emergenze storico architettoniche della Pieve e del borgo del Felettino. L’unità insediativa è completata, lungo l’asse ferroviario, dal tessuto sfrangiato e degradato compreso tra Montepertico e l’insediamento storico pianificato di Vailunga, interessando le aree delle Carceri e della dismessa Fornace.

L’unità Canaletto-via Carducci è stata individuata assumendo come asse centrale il percorso di via Carducci, il cui ruolo di penetrazione della viabilità extraurbana è destinato a ridimensionarsi in misura consistente nel contesto del nuovo quadro della viabilità, fino a diventare nuovo asse urbano centrale. Il sistema di aree, molte delle quali dismesse, che gravitano su questa fascia insediativa, centrale da un punto di vista localizzativo, ma caratterizzata da una prevalenza di vuoti urbani con forte degrado e marginalità rispetto ai tessuti urbani circostati, è costituito in larga misura da funzioni produttive industriali, molte delle quali dismesse, (Termomeccanica, zona della Concia- Stagnoni ex Molini Merello, ex-Concimi Chimici, ex- Malco, ex-Sio, ex-Messina, ex-Fornaci Italiane) da grandi attrezzature urbane e impianti tecnologici (Palasport, area Fitram, area Enel, Cimitero dei Boschetti, Mattatoio, depuratore), da tessuti storici centrali dei quartieri (Cana-letto) con funzioni residenziali e commer-ciali, da residenza sparsa a sviluppo edilizio aperto, frammista ad aree di deposito e spazi abbandonati. L’evidente sfrangiamento  dell’impianto urbano in questa fascia insediata, connotata dalla sovrapposizione occasionale di un tramato viario di origine storica (quello impostato sulla rete delle canalizzazioni di bonifica della piana: via del Canaletto, via Campitelli) e dall’asse “tagliante” della via Carducci, che prolunga come infrastruttura autostradale uno degli assi della maglia ortogonale del nucleo urbano centrale novecentesco, unitamente alla forte eterogeneità funzionale determinata dall’occupazione spontanea e pervasiva dei suoli liberi, utilizzati in buona parte come depositi retroportuali, conducono ad interpretare questa parte di città come tema unitario di trasformazione, riorganizzazione e riprogettazione. La necessità di una ricucitura e reintegrazione con i tessuti centrali, del completamento delle aree centrali pubbliche (Maggiolina) della maglia urbana, di una riqualificazione e di un recupero produttivo e per servizi urbani delle aree dismesse, di una riorganizzazione del tessuto viario e della sua connettività con i quartieri circostanti, sono i punti emergenti della lettura di quest’area che trovano riscontro progettuale nella struttura dei “distretti di trasformazione” indicati dal piano.