2.2. Gli insediamenti agricoli

Il territorio extraurbano ammonta a circa 3.611 Ha., così suddivisa:

- oltre il 64% risulta ricoperto da boschi misti (27%), boschi a prevalenza latifoglie (23,8%), quindi da boschi a prevalenza di conifere (10,8%). I castagneti-cedui, indicatori di una presenza umana nella gestione dei boschi, è ridotta appena al 3,3%. Nonostante la vasta estensione boschiva la qualità di tali cenobi è, in molti casi, precaria per l’azione di “disturbo” antropico sotto diverse forme (inquinamenti, incendi, ecc..);

- oltre il 25% è stato classificato come superficie agraria utilizzabile. In pratica si tratta di oltre 926 Ha che ospitano specie agrarie in coltivazione o in semplice perma-nenza naturale. Tra tutte spiccano l’oliveto e vigneto specializzato e la coltivazione promiscua di entrambe le specie arboree.

Analizzando ulteriormente la cosiddetta componente agricola comunale emerge che: non esistono forme di agricoltura specializzata, né esistono formule aziendali valide sotto il profilo economico e gestionale, né manodopera extraziendale. I dati relativi all’edificato indicano una presenza di n. 3.803 immobili suddivisi in: n. 2.439 abitazioni (64%); n. 1.036 edifici rurali (27%); n. 209 ruderi (4%) e n. 219 edifici diversi (5%). Escludendo dal conteggio la superficie boscata, nel territorio extraurbano esiste una casa residenziale ogni mq. 5.206. In relazione all’indice edificatorio (espresso attraverso il rapporto mc/mq) la media è di 0,11; i minimi (compresi tra 0,02 e 0,03) sono nell’area della Costa di Tramonti, di Piano di Canelli-Pomara e di Bersaglio-Valle Scura. Le aree con maggiore peso edificatorio (comprese tra 0,25 e 0,42) sono Porta Isolabella, Viseggi-Sommovigo-Fondiga, Viano-Galereo-Lugo.

L’analisi dei biotopi ha individuato differenti tipi di tessuto agricolo, attraverso i quali si evidenzia il legame tra uso del suolo e forme insediative che creano la trama delle conformazioni dei poderi o delle coltivazioni in genere, passando da forme occasionali con l’adattamento al terreno delle colture o delle superfici boscate, a forme più regolari e complesse attraverso opere di modifica del terreno per realizzare terrazzamenti, contribuendo a determinare l'individualità di un sito o di un territorio. I tipi di tessuto agricolo individuati sono tre:

1)    aree coltivate nelle quali è stata riscontrata una attività agricola permanente e continuativa. Le principali forme di coltivazione sono l’oliveto specializzato, il vigneto specializzato, il vigneto-oliveto promiscuo, il seminativo arborato, l’orto e il prato naturale (quest’ultimo considerato come forma di coltivazione in quanto copertura erbacea sottoposta periodicamente a sfalcio). All’interno di questo biotopo sono ricomprese le coltivazioni collinari a terrazza realizzate su tessuti terrazzati con forma che si adatta al pendio con misura costante, costruiti con scarpate in terra rivestite da graminacee su suoli arenacei e su terrazze in pietra a secco di colore bianco o marrone a seconda della qualità del terreno arenaceo o calcareo (a sud di Pitelli e sulla dorsale occidentale del Golfo), dove la roccia è molto frequente;

2)    aree incolte delle quali fanno parte terreni abbandonati da coltivazione o dove risulta impossibile l’esercizio dell’agricoltura per motivi orografici (eccessiva pendenza), morfologico-strutturali (terreno povero, roccia affiorante) e microclimatici (elevata umidità, scarsa luminosità);

3)  aree periurbane dove aumenta di consistenza il segno della presenza e della attività antropica e che rappresentano l’anello di congiunzione tra il biotopo delle aree coltivate e l’area urbana.