1.9. Il centro storico e le sue espansioni

In questo periodo si consolida l'organismo urbano ottocentesco della piana del Lagora sia per l'intasamento dei lotti inedificati della fase precedente, sia per l'occupazione della collina di San Giorgio, a valle della cinta muraria ottocentesca. Il pendio fu lottizzato mediante una maglia di gradonate che seguivano la linea di massima pendenza del terreno, riprendendo le direttrici ottocentesche della città, come le scalinate Spallanzani e della Cernaia e di due strade di mezzacosta, via XX Settembre completata negli anni '20 e via XXVII Marzo, costruita fra il 1925-32.

La configurazione ad elle della piana, rimasta libera dall'intervento militare, portò con sé due direzioni obbligate di sviluppo urbano: una verso settentrione, dove si costruì il quartiere operaio ed una verso levante, ostacolata parzialmente dal colle dei Cappuccini. Fu così che nel 1886 il Vescovo di Luni costituì due nuove parrocchie: una nella piazza Umberto I° ed una nel quartiere di levante, elevando il grado della chiesa dedicata ai Santi Giacomo ed Agostino. Al polo principale del sistema, che rimase ancora quello antico si aggiunsero quindi le nuove polarità descritte.

La Spezia era stata cinta di mura alla fine del secolo scorso e la ferrovia con i suoi rilevati, segnava il limite dei quartieri settentrionali, separando l'abitato dalla campagna. Mentre il Comune progettava le espansioni verso levante, in questo settore della città si svilupparono i quartieri di Pegazzano, Rebocco, Scorza, Vicci e Chiappa. Pegazzano venne costruito su una lot-tizzazione risalente ai primi del '900, ai piedi della collina, fra il torrente Biassa e le mura ottocentesche della città. Rebocco si sviluppò ad occidente del tracciato rettificato del Torrente Colombaro, ai piedi della costa di Murlo e del Vignale. L'area venne attraversata dal raddoppio della linea ferroviaria per Genova che ne condizionò lo sviluppo. Il quartiere della Scorza, prese il nome da una cappella che esisteva lungo la strada per Genova, ai piedi della collina che separa il bacino di Fossitermi da quello di Via dello Zampino, essa fu abbattuta durante la costruzione del quartiere operaio Umberto I° e il suo nome fu trasmesso alla chiesa parrocchiale di Piazza Brin. Il nuovo insediamento si sviluppò, a nord del sottopasso ferroviario, su una maglia ortogonale di tipo ottocentesco.

Alle spalle della nuova stazione progredì il quartiere dello Zampino iniziato con le costruzioni ottocentesche dei Vicci e proseguito con l'impianto di Via Carso e Via Podgora.

A nord della cinta muraria ottocentesca, che attraversava in senso longitudinale tutta la collina di Gaggiola, lungo la strada che conduceva a Genova, si formò l'abitato esterno della Chiappa con la chiesa di San Bernardo.

Il primo ventennio del '900 è caratterizzato dall'attardarsi di un linguaggio tipico, per le grandi città, della seconda metà dell'Ottocento. Le palazzine dell'espansione dei Vicci appartengono ancora al tipo della buona costruzione borghese, che si può ricondurre alle prime fasi di espansione del nucleo urbano, caratterizzate, come sono, dall'uso dell'ordine più o meno stereotipato, quasi ad indicare l'estrazione sociale di chi le abita.

 

TAV. C.11A – IL CENTRO STORICO E LE SUE ESPANSIONI