1.8. Il
periodo tra il 1880 e il 1900
L'espansione
della città novecentesca occupava tutta la piana compresa fra viale Amendola e
la pedemontana, completando gran parte delle superfici di lottizzazione
previste dal piano del 1870 con la via Cavour che costituisce l'asse principale
della nuova città. A partire da via Chiodo, procedendo verso nord, si
attraversano: l'antico nucleo; la piazza del Mercato; la zona delle palazzine
di via di Monale; via dei Mille; il quartiere operaio; le ultime espansioni a
ridosso della ferrovia completate nel primo decennio del '900. La città può
così essere scomposta in quattro quartieri: uno di levante, a ridosso del colle
dei Cappuccini, con la piazza del Politeama; uno centrale con la piazza Civica
e la Cattedrale di S. Maria Assunta; uno intermedio, organizzato su via
Garibaldi con la chiesa di S. Maria della Neve, che da asse di confine diventa
asse di sistema; e l'ultimo accentrato su piazza Brin. Questa espansione della
città chiude la seconda fase di formazione dell'organismo urbano, fortemente
direzionato verso nord. Gli sviluppi successivi sono già presenti in nuce in
questa fase; si pensi, infatti, all'apertura di viale Umberto I e alla
costruzione delle prime case di Migliarina intorno al 1887. In questa fase si
accentua maggiormente la tendenza della città verso un uso sistematico della
"casa in linea". Il tipo edilizio della fase precedente, il
"palazzo", non viene più usato se non per gli edifici prospicienti
piazza Brin e per il completamento di via Chiodo. Accentuandosi la richiesta di
alloggi, legata alla presenza dell'Arsenale, la nuova espansione della città è
costituita da un tipo edilizio più intensivo, sia nelle case prospicienti le
strade principali, sia nelle espansioni più interne.
Possiamo
dire che il tono un po' aulico e convenzionale di via Chiodo lo troviamo nella
città compresa fra la piazza del Mercato e la via Militare, mentre al di sopra
ci troviamo di fronte ad un linguaggio essenziale con le pareti degli edifici
scandite dal solo ritmo delle aperture. Il "palazzo" viene sostituito
da "palazzine" affiancate ed intervallate da un corpo basso avente il
duplice scopo di mantenere, sul filo stradale, la continuità dei negozi e,
contemporaneamente, permettere l'affaccio degli appartamenti su tutti i lati
della costruzione. La formazione dei tessuti di palazzine avviene occupando in
un primo tempo i quattro angoli dell'isolato, nell'ordine prima quelli sulle
strade principali e poi gli altri due; lo spazio rimanente viene intasato, in
seguito, con interventi spesso discontinui.
L'organizzazione
del quartiere operaio è invece più sistematica, essendo stato realizzato su
progetto unitario, dal marzo 1886 al maggio 1890. La distribuzione planimetrica
delle "case in linea" segue il lato maggiore degli isolati alternando
case - spazio corte - case e, poi, strada, per ripetersi con lo stesso ritmo
nell'isolato seguente secondo una tipologia che è già presente nel tessuto
edilizio spezzino. Fra le due stecche composte di elementi di linea di ml. 10 x
19, si interpone uno spazio ad uso collettivo con i lavatoi. I lati minori
degli isolati non sono edificati anche se, in alcuni casi negli anni seguenti,
vengono intasati generando, in questo modo, delle "corti" chiuse.
Questo accade principalmente lungo i percorsi più importanti che, in qualche
modo, polarizzano il tessuto edilizio uniformando le facciate.
TAV. C.10 – IL SECONDO PERIODO DAL 1880 AL 1990 |
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