1.3. Il sistema dei centri e delle polarità

Lo sviluppo tracciato nel paragrafo precedente è quello della formazione dei poli territoriali di valle o di costa che porta con sè un ulteriore scatto verso la conquista delle aree pianeggianti dove si formano dei centri specializzati, con mansione di mercato, destinati a diventare città.

Nel 1343 Simone Boccanegra, doge di Genova, sancisce la costituzione della nuova Podesteria staccando, da quella più antica di Carpena, le uni-versità di Spezia, Vesigna, Isola, Follo, Tivegna, Valeriano, Bastremoli. Nel 1371, nella chiesa di Santa Maria, i sindaci delle podesterie di Carpena e della Spezia ratificano l'unione delle due giurisdizioni sotto un unico Po-destà che avrà la sua sede alla Spezia. La città diventò, in questo modo, ca-poluogo di un territorio ben radicato nelle colline. Tale estensione rimase, sia pure con variazioni di confine, fino al secolo XIX. Esso rappresentava la pertinenza della città, il suo "contado". Alla Spezia, per la sua collocazione territoriale, fu riconosciuto anche un ruolo comprensoriale, quando vi fu istituita la dogana del sale bianco (1371) e, sempre nel secolo XVI, quando divenne sede di Capitanato.

Il taglio diagonale dell'antica strada che collega la bassa val di Magra e Sarzana con Sestri Levante, ripercorrendo in parte la dorsale del monte di San Nicola attraverso il passo del Bracco, divide in due settori il territorio della val di Vara. La parte sud-occidentale comprende la costa da Sestri Levante a Portovenere, la mezzacosta destra della Vara per Carrodano e Riccò, la dorsale che separa la bassa val di Magra dal Golfo e il nucleo spezzino. In esso si collocano centri che hanno svolto un ruolo notevole nel contesto territoriale della Liguria di levante: primo fra tutti Levanto che formava il confine settentrionale del territorio spezzino; quindi Vezzano ad oriente che comprenderà, nel mandamento del 1848, anche Follo e Tivegna, già appartenute alla podesteria di Spezia. A sud-est, infine, il territorio della città era delimitato dalle pertinenze di Lerici e Portovenere.

Il ruolo del nodo spezzino traspare nelle controversie viarie del secolo XVII, quando la Repubblica di Genova impianta l'asse viario che collega l'antica strada del Bracco, un tratto della strada che, per Spezia, Riccò e Pignone conduceva a Genova. I due sistemi viari avevano finalità diverse: il primo collegava direttamente Sestri Levante con Sarzana senza passare per Spezia, utilizzato dai postieri lombardi che in quel modo raggiungevano più direttamente la bassa valle della Magra e la Toscana; il secondo (anch'esso strada di posta), rappresentava lo spostamento verso levante di un'antica viabilità costiera. L'intervento della Repubblica di Genova si prefiggeva di creare un'alternativa, tutta ligure, alla strada principale del Levante, ancorandola alla città della Spezia e lasciando cadere sia il tracciato costiero che quello interno, collegante Padivarma con Sarzana attraverso Ceparana, Albiano e Santo Stefano. Questo tracciato, ripreso ed ammodernato dai francesi e piemontesi divenne la strada principale da Genova per la Toscana e rimase tale fino al secondo dopoguerra, quando venne costruito il ponte di Padivarma ed il collegamento con Piano di Madrignano, ripristinando l'antica direttrice Sestri-Brugnato-Sarzana.

 

TAV. C.5 – SISTEMA DEI CENTRI E DELLE POLARITA’