1.2. Pievi e nuclei collinari

L'ordinamento ecclesiastico del territorio rappresentato dagli insediamenti plebani e dalle abbazie ci aiuta a comprendere meglio la fisionomia dei luoghi. Già in questa fase si può leggere una suddivisione in organismi elementari, o ambiti, del territorio spezzino:

- la pieve di Santo Stefano di Marinasco negli estimi quattrocenteschi aveva sottoposte, fra le altre: la cappella di Pegazzano, costruita intorno al 1348; la cappella di Sant'Andrea di Fabiano; di Sant'Antonio di Paveraria, identificata con la chiesetta posta nella località di Tramonti di Biassa; la chiesa di San Martino di Biassa (Estimi del 1296/97); le chiese di S.Niccolò di Carpena (Estimi del 1296/97); di Santa Caterina di Campiglia, di cui si hanno notizie a partire dal 1326; la cappella della Spezia, dal 1371 al 1434; e la chiesa di San Vito di Marola (Estimi del 1276). Come si può notare la pieve di Marinasco estendeva la sua giurisdizione sulla parte occidentale del sistema spezzino, corrispondente alla spalla calcarea del crinale delle Cinque Terre;

- la pieve di San Venerio (1149) che soltanto negli estimi quattrocenteschi aveva sottoposti l'Ospedale di San Giovanni di Migliarina e la chiesa dei SS.Giacomo e Cristoforo di Isola. La pieve estese la sua giurisdizione sulla parte orientale del Golfo appartenente ai consorti di Vezzano;

- la Pieve di Arcola aveva sotto di sé l'Ospedale di "Centum clavibus" intitolato a San Bartolomeo che sorgeva lungo il mare.  Il culto del santo venne trasportato nella chiesa del soprastante borgo di Pitelli.  La pieve estendeva la sua giurisdizione sulle colline meridionali del territorio comunale, un tempo possedute da Arcola, estesa corte degli Obertenghi Massa Corsica.

Esisteva nell'isola del Tino un monastero di fondazione obertenga de-dicato a S.Venerio che aveva proprietà lungo le coste del Golfo e possedeva la chiesa di Sant'Andrea di Fabiano che contese lungamente, nel sec. XIII, al Vescovo di Luni, al quale venne assegnata per sentenza arbitrale. Anche la chiesa di San Vito fu costruita dagli uomini di Marola per decreto del vescovo di Luni su un terreno rivendicato dall'abbazia. Il territorio del comune della Spezia ha una duplice fisionomia che oggi si riconosce appena. La città contemporanea ha occupato tutta la parte pianeggiante dell'estremità settentrionale del Golfo e gran parte del territorio collinare riducendo il residuo ad una vasta pertinenza suburbana. In realtà sotto la pelle di questo comprensorio si leggono ancora i sistemi che hanno prodotto la formazione della città antica, riconoscibili attraverso la morfologia territoriale e la toponomastica già presente negli scritti medievali.

Nell'atto conclusivo della guerra dei Fieschi contro Genova, stilato nel 1276, Nicolò vendeva alla Repubblica per 25 mila lire tutti i diritti che aveva in Portovenere, Marola, e pertinenze (....) e poi Carpena, Manarola, Volastra, Montenero, Biassa, Fabiano, Pozzo, Pegazzano, il Montale, il Debbio, Montetenero, la Codeglia, tutta la Spezia, il castello ed il monte di Vesigna, Maggiano, la Lama, Vissegi, la Foce, la Torracca, Guerzedo, Isola, Valeriano, Vezzano (...) e molte altre terre.

 

TAV. C.4 – PIEVI E NUCLEI COLLINARI