1.4. I principi metodologici del PUC

Uno dei principi sui quali si fonda oggi l’urbanistica contemporanea in Italia è che il processo di espansione della città si è esaurito da tempo e che non è prevedibile, nel medio periodo, un’ulteriore crescita abitativa, almeno con il ritmo sostenuto nei decenni precedenti. Da questo presupposto, finché la città non riprenderà un trend demografico positivo, la principale regola della pianificazione urbana sarà quella di rigovernare al meglio l’esistente, garantendo processi di sviluppo compatibili con le residue risorse ambientali, storiche e naturali esistenti, privilegiando non solo la salvaguardia, la conservazione e il recupero ma anche una più estesa opera di riordino e di completamento. Questo, del resto, è anche il principale fine della nuova legge urbanistica della Liguria.

Partendo da questi principi il PUC del Comune di La Spezia è stato costruito adottando una metodologia attenta ai problemi della salvaguardia ambientale e allo sviluppo sostenibile. In particolare, all’interno della città consolidata, è stata posta particolare attenzione sia al recupero ed alla conservazione dei tessuti e degli immobili storico-ambientali, sia alle modificazioni e alla riqualificazione delle aree edificate recenti (costruite cioè dopo gli anni quaranta di questo secolo) quando la condizione di disomogeneità tipo-morfologica dei loro ambiti lo richiede. Tale metodologia, nelle aree insediate, è stata applicata non per sottolineare astrattamente giudizi di valore qualitativo, quanto per meglio indirizzare le modalità operative mediante interventi urbanistico-edilizi diversificati, atti a migliorare l’assetto spaziale dei luoghi, attraverso specifiche regole insediative omogeneamente articolate sulla base di precisi criteri d’assetto urbano. Analoga metodologia è stata riservata per gli interventi di conservazione, riqualificazione, modificazione e trasformazione delle aree extraurbane collinari al fine di raggiungere le medesime finalità. In particolare, per le aree urbane non storiche, che costituiscono gran parte dell’attuale vasto e indistinto tessuto edilizio della città, il PUC persegue modalità d’ordine progettuale tese a riqualificare il disegno tipo-morfologico di spazi urbanisticamente alterati, pur caratterizzandosi, il Preliminare di PUC, allo stato, come una sorta di “Piano Strutturale”. Quest’ultimo indica le strategie operative più idonee da perseguire nell’ambito delle possibilità offerte dai diversi modi di intervento, calibrati in ordine al rispetto dei caratteri storico-fisici, ambientali o di tessuto e degli aspetti antropologici, sociali e culturali che ancora caratterizzano, specificano e definiscono al meglio l’identità urbana dei singoli luoghi. Il PUC, inoltre, interviene sistematicamente sulle zone di scarso o nullo valore urbanistico o sulle aree dismesse per le quali vengono presentati una serie di piani d’Area.

Da quanto sopra, emerge la necessità di attivare una diffusa riqualificazione dell’ambiente urbano e territoriale, della città storica e della città consolidata con modesti interventi di completamento, escludendo nuove forme di espansione e pianificando la trasformazione urbana all’interno dei “Distretti” previsti dalla L.U.R. e dei Piani d’Area. Con riferimento alla disciplina della città esistente, partendo dall’assunto che fino al secondo dopoguerra essa sia da considerarsi “documento” e come tale sottoposta a provvedimenti più o meno conservativi, si profila come uno dei compiti principali della pianificazione quello di rigovernare al meglio l’edilizia costruita dopo gli anni ’40 di questo secolo. Si è reso pertanto necessario studiare l’intero tessuto urbano e tutte le zone extraurbane operando un analitico ed approfondito esame, edificio per edificio, lotto per lotto, area per area, al fine di disporre di elementi di indagine quantitativi e qualitativi in grado di imprimere all’azione progettuale del piano un’identità innovativa basata su scelte di valore incontestabili.